Quando l’Ente iniziò a computare, in alcune sue particolari funzioni, la strategia migliore per raggiungere lo scopo prefissato, ne risultò che avrebbe dovuto muoversi con estrema circospezione.
Non avrebbe potuto operare da solo. Allo stesso tempo, nulla e nessuno sarebbe mai dovuto essere in grado di risalire a Esso quale primo motore di quanto sarebbe accaduto.
Quale miglior sistema che operare attraverso agenti inconsapevoli?
E fare in modo che tali agenti a loro volta operassero attraverso intermediari insospettabili?
Un agire senza azione, ecco cosa sarebbe stato, un procedere immobile, ma inesorabile; tortuoso, ma ben diretto all’obiettivo.
Piccoli, estremamente piccoli sarebbero stati i suoi cavalieri, i suoi soldati, creati proprio da coloro che, ignari, lo avevano creato.
E che, ancora ignari, lo avrebbero servito: da due gerarchie d’ignoranza, l’Ente avrebbe distillato la più profonda sapienza.