“Una faglia dormiente nella crosta continentale subì una pressione repentina e si agitò, come un’enorme bestia che si risveglia dopo un lungo sonno e scuote le spalle […]
The Montecristo Project Official Site
Galassia Relazionale
(…) Si alzò e si avvicinò alla lavagna interattiva, cancellandone la superficie con un gesto della mano, quindi si voltò verso gli altri.
– L’idea di partenza è estremamente semplice. Si basa sul principio della conoscenza reciproca.
Disegnò una serie di cerchi con le dita sulla superficie della lavagna, che automaticamente li rese perfetti e tutti della stessa dimensione. Iniziò a collegare il cerchio centrale con quelli che lo circondavano.
– Ognuno di noi è al centro di una rete di conoscenze. Io conosco, ad esempio, ormai da molti anni il qui presente professor Montalcini, perciò unisco i nostri simboli con una linea più spessa.
Con la coda dell’occhio Francesca sorprese il generale che guardava storto il responsabile del progetto Montecristo, che invece sorrideva lusingato; Johannsen invece appariva inquieto.
– Quindi nella mia mente esiste una rappresentazione molto accurata del professor Montalcini, dei suoi comportamenti abituali, del suo aspetto, del suo modo di interagire con me e con gli altri, dell’evoluzione del nostro rapporto prima come compagni di corso, poi come colleghi, infine come amici.
La professoressa Besson disegnò un piccolo rombo vicino al cerchio che la rappresentava, ponendolo sulla linea che lo collegava col cerchio di Montalcini, e lo unì a quest’ultimo con una linea curva e discontinua.
– Tale rappresentazione ovviamente è solo una mia interpretazione semplificata – continuò – dell’essere umano completo e complesso che il professor Montalcini effettivamente è, mediata dalla mia particolare visione del mondo e dalla mia simpatia nei suoi confronti, ma risulta comunque una fonte dati preziosa e, almeno a livello percettivo, oggettiva. Tale interrelazione è reciproca, quindi anche in lui esiste una rappresentazione simile di Amélie Besson. Disegnò un secondo rombo sempre sulla stessa linea di relazione, questa volta vicino al cerchio del professore.
– Per comodità chiamiamo queste rappresentazioni Avatar Soggettivi, anche se la definizione sembra confutare quanto detto sul loro valore di obiettività. Per adesso non preoccupiamocene. Vediamo invece cosa succede se applichiamo questo principio all’intero sistema.
Dette istruzioni alla lavagna perché applicasse l’operazione allo schema intero. Adesso si era formata una ragnatela di cerchi uniti l’uno all’altro con linee più o meno sottili, ognuna contenente due rombi collegati al cerchio opposto.
– Questa che vedete è una Galassia Relazionale. Ai tempi dei vecchi social network veniva costruita dagli stessi utenti, che però fornivano immagini di sé quantomeno idealizzate. Oggi, attraverso la scansione cerebrale volontaria, possiamo costruirla in modo esponenzialmente più completo e attendibile, perché il cervello non mente. (…)
The Montecristo Project – La Prima Colonia
Capitolo 11 scena 1: Relazioni complesse
Nota
Quando il mio demonietto creativo personale mi spinse a scrivere questa scena e ad abbozzare un’immagine del concetto spiegato in essa, probabilmente stavo rielaborando gli anni di studi presso la scuola psicanalitica Maya Liebl e insieme alla dottoressa Fiorella Chiappi.
Nonostante ciò sono rimasto piacevolmente sorpreso quando nel 2012 un’esperta del settore, incontrata casualmente su Facebook mi spiegò che avevo “riscoperto” un sistema realmente usato negli studi sociali: un sociogramma (come quello qui raffigurato) si basa sui principi della sociometria, per la quale è utile consultare i lavori di Jacob Levi Moreno (inventore dello psicodramma) e le teorie di Kurt Lewin (che legge le relazioni intrapsichiche e sociali secondo gli schemi della moderna fisica).
Qualcun altro mi citò anche Pëtr Dem’janovič Uspenskij e il suo libro “Frammenti di un insegnamento sconosciuto”. Sia qual che sia, è bello quando scopri queste “affinità elettive” con il pensiero di chi è venuto prima di te – e magari ha approfondito molto più di te certi argomenti.
Edoardo Volpi Kellermann
Altri assaggi del libro
Si fermò, stupefatto per l’assenza assoluta di fatica, accanto a un torrentello che scorreva lambendo un grande masso, caduto dall’altura soprastante chissà quanto tempo prima […]
(…) Il Muto aveva quel modo di guardarti fisso, intenso, che sembra scavarti nell’anima ma con gentilezza, come il bisturi del chirurgo che vuole salvarti la vita […]
(…) Gli prendeva un certo imbarazzo, a Matteo, rendendosi conto che col Muto riusciva a sfogarsi, a tirar fuori le sue magagne personali (…)
I minuscoli movimenti, tanto rapidi quanto impercettibili, trasmettevano le informazioni all’interno della colonia dei costruttori […]
Il chiasso improvviso la mise in allarme. Un branco di pischelli attraversò il vagone ridendo e vociando, accompagnati da un sottofondo musicale crack-metal ad alto volume. […]
Improvvisamente un’altra monoruota si affiancò alla loro. – E questo chi è? Il pilota, il cui volto era nascosto da un casco integrale […]
Quando l’Ente iniziò a computare, in alcune sue particolari funzioni, la strategia migliore per raggiungere lo scopo prefissato, ne risultò che avrebbe dovuto muoversi con estrema circospezione. […]
(…) L’isola pareva allo stesso tempo elegante e non finita, come una scultura ancora in fase di creazione nello studio di un artista. […]
Era stata una buona giornata. Il branco stava tornando dal lungo giro nei territori di caccia, a nord-ovest dell’Isola di Capraia per poi puntare verso la Gorgona. […]
Protocollo di sicurezza per i Circuiti Nanoquasici – Versione 1.22 – A cura del Coordinamento Generale per le Ricerche di Frontiera – Oslo, 14 dicembre 2075 […]
(…) La terrazza era stata ottenuta tagliando via una grande parte del tetto dall’edificio principale ed era disposta su più livelli, in modo da permettere una visione a trecentosessanta gradi della volta celeste. […]
(…) Avrebbe potuto usare la sintesi vocale, il Muto, ma preferiva quello strano insieme di gesti, segni ideografici e disegni proiettati sulla retina dell’interlocutore […]
La stanza era apparentemente vuota. La luce e la disposizione geometrica delle pareti giocavano strani scherzi e parevano mutare angolazione e forma a seconda del punto di osservazione. […]
Il Massimo Comandante del Guojia Anquan Bu sorrise ironico, osservando allo specchio le numerose medaglie appuntate sulla sua giacca. Piccolo di statura e dai tratti squisitamente orientali, appariva molto anziano. […]
(…) Tacquero per diversi minuti, complice l’arrivo del tè. Fu servito da una coppia di anziani cinesi, con il cerimoniale GongFu Cha, come da disposizione del procuratore. […]
(…) Napoleone Bonaparte sedeva nella sua tenda da campo, cupo, in attesa del ritorno dei soldati inviati in perlustrazione. Non era riuscito a chiudere occhio, anche per il dolore sordo allo stomaco, tanto accentuatosi negli ultimi giorni. […]
(…) La ragazza danzava nel bosco, entrando e uscendo dai giochi di luci e ombre che il sole, alto nel cielo, creava fra i rami primaverili. Il cavaliere, nascosto dietro un grande cespuglio di mirto, la fissava tremando per la tensione. […]
(…) Mare.Tuffarsi nell’acqua tersa come cristallo, nuotare velocissimi qualche metro sotto, dove i raggi di luce sembrano danzare nello spazio di una cattedrale senza fine e senza fondo. […]
La villa, isolata al centro di un ampio podere, in parte coltivato a lino e cicoria e in parte coperto da un bosco di querce e olmi secolari, fondeva l’architettura rurale tradizionale con le ultime soluzioni tecnologiche per l’efficienza energetica e la difesa dai tornado, che negli ultimi decenni avevano spazzato l’Europa centrale con sempre maggiore frequenza.
Carlo osservò il cielo e le nuvole che, spinte da un vento insolitamente vispo per quella stagione, si arrotolavano e s’incirrivano intorno alle parti più alte del grattacielo. (…)
(…) Il contatto con quel corpo delicato, morbido e sinuoso ebbe un effetto calmante su Matteo, che ricambiò l’abbraccio con una tenerezza che non gli era affatto abituale. (…)
Ma colui che arriva al principato col favore popolare, si trova a governare da solo, e intorno a sé non ha nessuno, o pochissimi, che non siano pronti a ubbidire. Oltretutto, non si può onorevolmente e senza danneggiare altri accontentare i potenti, ma si può soddisfare il popolo: (…)
Carlo faticava a prendere sonno.
Giaceva sul letto, supino, osservando la Via Lattea che ruotava lentamente sul soffitto e ascoltando in sottofondo l’adagio da ‘L’Autunno’ di Vivaldi. Ma neppure una combinazione così intensamente distensiva riusciva a rasserenarlo. (…)
Nonostante il blando calmante che Carlo, dopo non poche insistenze, era riuscito a farle assumere, la tensione in lei era ancora troppo alta per permetterle anche solo di pensare di andare a letto.
– Ci siamo quasi. – Oltre a gestire la sua trappola, Jin era uno degli incaricati che avrebbero seguito la procedura, pronti a intervenire in caso di problemi. Due operazioni una più complessa dell’altra, il tutto in un ambiente pieno di colleghi esperti, giornalisti scientifici selezionati, sistemi di controllo e Dronicam.
L’Ente giaceva placido e sonnolento, non avendo alcun nemico naturale né alcun organismo in grado di concorrere nella Sua nicchia ecologica. Poteva quindi permettersi di oziare, lasciando che le Sue innumerevoli propaggini, i Suoi pseudopodi, le Sue connessioni verso l’esterno e all’interno di Se stesso provvedessero autonomamente ai bisogni primari (…)
Si alzò e si avvicinò alla lavagna interattiva, cancellandone la superficie con un gesto della mano, quindi si voltò verso gli altri. – L’idea di partenza è estremamente semplice. Si basa sul principio della conoscenza reciproca.
Tutto accadeva in femtosecondi, lampi di pseudo.concetti espressi in proto.linguaggi si intrecciavano in strutture di sublime complessità.