“Una faglia dormiente nella crosta continentale subì una pressione repentina e si agitò, come un’enorme bestia che si risveglia dopo un lungo sonno e scuote le spalle […]
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De Principatibus
(…) – Anche lei ritiene, come me, che il contatto con la carta, magari la stessa che l’autore potrebbe avere sfogliato, possa trasmettere meglio il messaggio profondo, nascosto fra i concetti espressi dalle parole scritte? Quella che ho adesso fra le mani è una delle copie manoscritte del De Principatibus di Machiavelli. Immagino che lo abbia letto.
– Più di una volta, Presidente Zarkovskaja.
– Lo prenda, allora, e mi legga un passaggio.
Marx prese il prezioso libro fra le mani, scacciando il timore di rovinarlo in quanto, come tutti i tomi più antichi, aveva sicuramente subito il trattamento di protezione polimerica. Ma dovette subito ricredersi: quella carta così ruvida, quell’odore… stava toccando pagine autentiche, antiche, non protette. Preso quasi dal panico e sperando di non avere le mani troppo sporche, passò con estrema cautela l’indice sulla riga iniziale leggendo a voce alta.
– Ma colui che arriva al principato col favore popolare, si trova a governare da solo, e intorno a sé non ha nessuno, o pochissimi, che non siano pronti a ubbidire. Oltretutto, non si può onorevolmente e senza danneggiare altri accontentare i potenti, ma si può soddisfare il popolo: perché il fine del popolo è più onorevole di quello dei potenti, perché questi vogliono opprimere il popolo e il popolo vuole non essere oppresso.
Al procuratore Marx parve davvero di sentire una profondità e una genuinità inusitata in quelle poche parole, cosa che gli causò un groppo alla gola.
– Ha ragione, vero, David? Siamo soli.
Lui alzò gli occhi e incontrò uno sguardo sinceramente preoccupato.
– Sono sola. Posso contare su di lei?
Qualcosa dentro di lui, sopito da decenni di calcoli e manovre, un guizzo di cavalleria forse, un’eco di idealismo giovanile, un afflato di nobiltà, si ridestò facendogli raddrizzare la schiena e rispondere con altrettanta sincerità.
– Sì, Presidente. Può davvero contare su di me.
Lei annuì solennemente, poi prese il libro dalle mani di Marx, gli volse le spalle per rimetterlo a posto e ritornò alla propria scrivania.
Il colloquio era terminato.
The Montecristo Project – La Prima Colonia
Capitolo 4 scena 1: Colloquio Presidenziale
Immagine della copertina dell’edizione del 1550
Altri assaggi del libro
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Protocollo di sicurezza per i Circuiti Nanoquasici – Versione 1.22 – A cura del Coordinamento Generale per le Ricerche di Frontiera – Oslo, 14 dicembre 2075 […]
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Il Massimo Comandante del Guojia Anquan Bu sorrise ironico, osservando allo specchio le numerose medaglie appuntate sulla sua giacca. Piccolo di statura e dai tratti squisitamente orientali, appariva molto anziano. […]
(…) Tacquero per diversi minuti, complice l’arrivo del tè. Fu servito da una coppia di anziani cinesi, con il cerimoniale GongFu Cha, come da disposizione del procuratore. […]
(…) Napoleone Bonaparte sedeva nella sua tenda da campo, cupo, in attesa del ritorno dei soldati inviati in perlustrazione. Non era riuscito a chiudere occhio, anche per il dolore sordo allo stomaco, tanto accentuatosi negli ultimi giorni. […]
(…) La ragazza danzava nel bosco, entrando e uscendo dai giochi di luci e ombre che il sole, alto nel cielo, creava fra i rami primaverili. Il cavaliere, nascosto dietro un grande cespuglio di mirto, la fissava tremando per la tensione. […]
(…) Mare.Tuffarsi nell’acqua tersa come cristallo, nuotare velocissimi qualche metro sotto, dove i raggi di luce sembrano danzare nello spazio di una cattedrale senza fine e senza fondo. […]
La villa, isolata al centro di un ampio podere, in parte coltivato a lino e cicoria e in parte coperto da un bosco di querce e olmi secolari, fondeva l’architettura rurale tradizionale con le ultime soluzioni tecnologiche per l’efficienza energetica e la difesa dai tornado, che negli ultimi decenni avevano spazzato l’Europa centrale con sempre maggiore frequenza.
Carlo osservò il cielo e le nuvole che, spinte da un vento insolitamente vispo per quella stagione, si arrotolavano e s’incirrivano intorno alle parti più alte del grattacielo. (…)
(…) Il contatto con quel corpo delicato, morbido e sinuoso ebbe un effetto calmante su Matteo, che ricambiò l’abbraccio con una tenerezza che non gli era affatto abituale. (…)
Ma colui che arriva al principato col favore popolare, si trova a governare da solo, e intorno a sé non ha nessuno, o pochissimi, che non siano pronti a ubbidire. Oltretutto, non si può onorevolmente e senza danneggiare altri accontentare i potenti, ma si può soddisfare il popolo: (…)
Carlo faticava a prendere sonno.
Giaceva sul letto, supino, osservando la Via Lattea che ruotava lentamente sul soffitto e ascoltando in sottofondo l’adagio da ‘L’Autunno’ di Vivaldi. Ma neppure una combinazione così intensamente distensiva riusciva a rasserenarlo. (…)
Nonostante il blando calmante che Carlo, dopo non poche insistenze, era riuscito a farle assumere, la tensione in lei era ancora troppo alta per permetterle anche solo di pensare di andare a letto.
– Ci siamo quasi. – Oltre a gestire la sua trappola, Jin era uno degli incaricati che avrebbero seguito la procedura, pronti a intervenire in caso di problemi. Due operazioni una più complessa dell’altra, il tutto in un ambiente pieno di colleghi esperti, giornalisti scientifici selezionati, sistemi di controllo e Dronicam.
L’Ente giaceva placido e sonnolento, non avendo alcun nemico naturale né alcun organismo in grado di concorrere nella Sua nicchia ecologica. Poteva quindi permettersi di oziare, lasciando che le Sue innumerevoli propaggini, i Suoi pseudopodi, le Sue connessioni verso l’esterno e all’interno di Se stesso provvedessero autonomamente ai bisogni primari (…)
Si alzò e si avvicinò alla lavagna interattiva, cancellandone la superficie con un gesto della mano, quindi si voltò verso gli altri. – L’idea di partenza è estremamente semplice. Si basa sul principio della conoscenza reciproca.
Tutto accadeva in femtosecondi, lampi di pseudo.concetti espressi in proto.linguaggi si intrecciavano in strutture di sublime complessità.